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Invito all’InterRail

Trains are red in Switzerland
(by christianmeichtry on Flickr)

Ricordo che quando si scendeva dal treno, alla fine di 25, 27 giorni a zonzo per l’Europa, rimbombava ancora nel cervello il sussulto regolare delle traversine che scandiva le giornate. Ricordo lo stomaco un po’ vuoto, il portafogli leggero, lo zaino pieno di vestiti sporchi, la testa piena di immagini indimenticabili. Ricordo anche la sensazione che a un certo punto si manifestava con certezza: era l’ora di tornare a casa, di immagazzinare l’esperienza appena vissuta, di salutare i compagni del viaggio appena concluso con cui si era condiviso tutto.

Non so se siano tanti i ragazzi che vivono ancora l’esperienza dell’InterRail (o Inter rail). Statistiche e dati non li ho trovati (se qualcuno li ha, è gradito un link nei commenti). Ma l’impressione – parlando con chi ha qualche anno di meno – è che rispetto a dieci anni fa il viaggio in treno che ha segnato generazioni sia sempre meno gettonato, stritolato dai pratici, economici voli low cost, il classico fly and drive, magari nella vicina e comoda Spagna. I miei fratelli non hanno vissuto l’esperienza dell’InterRail. Come non l’hanno vissuta i ragazzi fra 18 e i 25 anni con cui ho avuto occasione di parlare di viaggi.

Ma conviene scegliere l’InterRail, che ora consente varie formule (occhio, nel link adulti e giovani sono invertiti), le più diverse, ma tutte piuttosto costose? E’ la domanda sbagliata, perché scegliendo il treno si sceglie una diversa filosofia di viaggio.

Viaggiare in aereo non è viaggiare, è spostarsi. Entrare nella scatola di metallo e ritrovarsi dopo qualche ora in un paese lontano è la cosa più simile che esista al teletrasporto. Annulla le distanze, cancella la sensazione di muoversi, tanto che si può finire in Canada invece che in Australia senza accorgersene.

Viaggiare, quando ti sposti in treno (e non con uno dei treni superveloci che coprono le grandi tratte) è osservare i paesaggi che cambiano lentamente. Cambiano assieme alle scritte sui cartelli, ai volti delle ragazze. Così come cambiano le parole, i costumi, il cibo. Lentamente, per gradi e improvvise accelerazioni. E viaggiare in treno significa anche accorgersi che l’Europa è grande, ma non poi così tanto, che i popoli europei sono diversi, ma la cultura comune.

Puoi accorgerti che se hai tenacia in tre-quattro giorni, se vuoi (ma è meglio farlo più lentamente), puoi arrivare agli immensi cieli del circolo polare artico passando per strade meno battute, fermandosi in stazioni perse nella campagna, conoscendo Paesi e città fuori dalle normali mete turistiche, parlando con persone di quattro, cinque nazionalità diverse.

E poi ancora, se si vuole, si può arrivare a Gibilterra e attraversare lo stretto per andare in Marocco, così lontano, così. Oppure prendere un traghetto di notte per accorgersi che l’Inghilterra è un’isola, ma non lo è poi così tanto. Perché è meno lontana dal continente che la Corsica o la Sardegna dalle coste italiane. Però sono anche io che mi perdo nei ricordi, forse. Il Marocco non è più fra i paesi Interrail, il traghetto fra Francia e Inghilterra non è più gratuito.

Non so se abbia avuto un peso, credo di no. O forse sono aspetti reciprocamente collegati: ma è curioso come il declino dell’InterRail vada di pari passo con l’appannarsi del sogno europeo, con le crescenti diffidenze, con i localismi, gli egoismi, anche all’interno dei singoli stati. Vedere più paesi, avere una percezione anche geografica, oltre che culturale di cosa è l’Europa, come è fatta aiuta a conoscere anche il proprio Paese, a vederlo in una prospettiva più ampia. Ma anche a conoscere i propri compagni di viaggio, e se stessi.

Per saperne di più:

Tutto quello che c’è da sapere sull’argomento lo trovate su  Inter-rail.it, nel forum troverete tanti esperti pronti a risolvere i vostri dubbi o darvi consigli (ma prima fate una ricerca, è facile che la risposta sia già nel forum)

Consultate sito ufficiale dell’Interrail, c’è anche una sezione dedicata a trucchi e consigli.

Archivio: altri post di viaggi

Aggiornamento 02/2011: Visto che molti arrivano su questo post cercando informazioni, segnalo l’ottima serie di quattro articoli sull’InterRail di NoBordersMag

E tu, hai fatto l’interrail? Se vuoi, inviami la tua esperienza, o aggiungila nei commenti, la utilizzerò per un post futuro

  1. non ho mai provato la magia dell’inter rail (che ne sò forse è un viaggio più da maschi?) ma ho provato l’emozione di viaggiare all’interno dei continenti spostandomi coi mezzi pubblici e ritrovo tutto quello di cui parli tu.
    Elisa

    27/12/2012

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  1. Un viaggio vintage, i tempi dell’Interrail | orizzonti

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