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Viaggio in siberia: Daniele Castiglioni

Intervista con un viaggiatore straordinario

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In Siberia

In Siberia

Un uomo in catene attraversa le distese ghiacciate per l’eternità. In lontananza, forse, si muove un branco di renne, o un cacciatore getta un ombra sulla neve. Ed è tutto. La Siberia occupa un dodicesimo delle terre emerse dell’intero pianeta, ma questa è l’unica certezza che ci lascia nella mente. Una bellezza desolata, una paura indelebile

In Siberia, Colin Thubron Isbn: 9788850202584 – 292 pagine

traduzione di Alessandro Peroni e Luisa Corbetta

La Siberia è un luogo che mi ha sempre affascinato (ne ho parlato qui), per la sua vastità difficilmente concepibile, per l’inaccessibilità di larga parte del suo territorio perché è un territorio in larga parte vuoto. Per le storie terribili che ha nascosto in questo vuoto. Un vuoto che trascina la mia immaginazione verso di sé come un buco nero. Viaggiarci (e non mi basterebbe la classica transiberiana) richiede molto tempo e il superamento di alcune difficoltà, ma mi piacerebbe provarci nei prossimi anni. Così quando ho scoperto ‘In Siberia’ di Colin Thubron l’ho divorato in poco tempo. Lo scrittore inglese in questo libro racconta il suo viaggio a metà degli anni’90, subito dopo il crollo dell’Urss. Un percorso da Ekaterinburg al ‘cuore di tenebra’ congelato della Kolyma.

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Novaya Zemlya (quello che le cartine non dicono)

Remote isole artiche, ebbrezza da viaggio, test nucleari e quello che le cartine non dicono

All’età di 9-10 anni (forse prima) sviluppai una certa passione per le cartine geografiche. In realtà era quasi una fissazione. Da solo in camera le guardavo e riguardavo a lungo, non mi muovevo di un centimetro, ma lasciavo viaggiare l’immaginazione. Sfogliavo spesso il vecchio atlante di mia madre. Era un De agostini, che io ricordo da sempre tutto rovinato, anche se in realtà penso di esser stato io a contribuire in maniera determinante alla sua usura. Trovavo irresistibili le pagine con i riassunti sintetici dei continenti, le bandiere degli stati e le informazioni principali su ogni Paese: gran parte del mondo a parte qualche nazione ‘avanzata’ sembrava andare avanti con una misteriosa ‘economia di sussitenza’, producendo gran quantità di miglio e sorgo. I minerali estratti nei Paesi che più mi affascinavano erano invece uranio, bauxite, alluminio e i misteriosi fosfati. Qualche volta approfondivo sulla colossale enciclopedia comprata da mia madre. Austeri tomi che contenevano il conoscibile. Ricordo distintamente quando preso dalla foga, alle  medie (o erano le elementari?) scrissi in un tema di Geografia sul terzo mondo che alcuni paesi, ricordo fra gli altri India e Brasile, sembravano avere le risorse, in particolare materie prime e crescita demografica per emergere. Mi beccai un’insufficienza: nel sussidiario ufficiale non c’era scritto. Sorrido a ripensarci ora.  Continua a leggere